Alcune poesie inedite del Saviozzo e di altri autori tratte da un ms. del Sec. XV, מהדורה 168G. Romagnoli, 1879 - 115 עמודים |
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Alcune Poesie Inedite del Saviozzo e di Altri Autori Tratte da un Ms. Del ... <span dir=ltr>Giuseppe Ferraro</span> אין תצוגה מקדימה זמינה - 2018 |
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abia accademici della Crusca acciò adunque alcuna alli Almena altrui amico amor Anfitrione animo antichi assai Birria Boccaccio boce Brunelleschi buon secolo certo ch'io chè chiama Cicerone cielo cittadi Codd codice cognoscere colla colui costumi credo debbe Demostene desiderio dice diletto disonesti dogni dolce donna dubio Epicuro essendo eziandio faccia fiate Francesco Petrarca fuga fusse Ghigo Gieta giorno Giovanni Boccacci Giove gran Idio inedite ingegno l'animo lasso legge lettere libro lieto luoco medesimo mente morte nimici niuno novella occhi oltra ottava rima parlare parole passo pazzi pene pensando pensieri Petrarca piacere piaceri poeta Pratovecchio quod ragione rima riposo Sacco di Prato sanza secolo XIV seguendo Seneca sente signor solitaria solitudine Sonetto spesse fiate stampa avea stare stra testo di lingua tosto uomini uomo Valchiusa vedere veggio vero virtù vivere vizj voglia volgarizzamento zione
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עמוד xiv - Qual vaghezza di lauro? qual di mirto? Povera e nuda vai, filosofia, Dice la turba al vii guadagno intesa.
עמוד 82 - Questi due fondatori dell'italiana letteratura furono dotati di genio disparatissimo, proseguirono differenti disegni, stabilirono due diverse lingue e scuole di poesia, ed esercitarono fino al tempo presente differentissima influenza.
עמוד xxxiv - l suo caro marito Voleva al tutto cercar con effetto. E disse: « Poi che hai preso per partito Di divenir filosofo perfetto Non so che dirmi; ma non è mia voglia Di star qui sola a morirmi di doglia. 8 Prima fuss' io quel dì distrutta e morta Ch' i' concedetti al mio benigno padre Di farmi tua, po' che 'l pensier ti porta Di lasciare il tuo figlio e me sua madre.
עמוד 69 - VALERIO MASSIMO , De' fatti e detti degni di memoria della città di Roma e delle stranie genti, testo di lingua del secolo XIV, riscontrato su molti codici, e pubblicato da Roberto De Visiani.
עמוד 48 - ... nulla sono o qualche cosa. (Insino a qui misse in rima Pippo Brunelleschi, e da qui manzi ser Domenico da Prato.) XVI Birria assai gli spregia e dice: "Quando venni alle navi dentro era l'amante. I' me ne avvidi ben; che rimbrottando, mi mandò Almena con minacce tante. Nulla mi può ingannar". Po', dileggiando, dicea fra sé: "Vedi quant'è ignorante ciascun di loro! e' mi par doppio errore che a' danni loro gli mena il furore.
עמוד 38 - Geta, i' nulla sono;" rispose il Geta con boce modesta; e dì più udir niente gli sa buono, la sua tristizia è altrui manifesta. Po' dice: "Sia tu me; i' mi ti dono, po' che di me a me nulla mi resta.
עמוד 39 - Ogni mi' atto dalle coste al centro? Esser potria; ma or come i
עמוד 66 - STORIA DI AJOLFO del Barbicone e di altri valorosi cavalieri compilata da Andrea di Jacopo da Barberino di Valdelsa, testo di lingua inedito pubblicato a cura di Leone Del Prete.
עמוד 66 - Bandi Lucchesi del secolo XIV, tratti dai registri del R. Archivio di Stato di Lucca, per cura di Salvatore Bongi. Bologna, 1863, in-8 di pagg.
עמוד 56 - nventore. Mostra, colla sentenzia sua morale, I famigliari inganni, e 'l vano errore A presso a quel che può. Oh quanto vale Negli animi gentili il franco amore! Conchiude alfin, che chi più sa, men vede Gì' inganni, quando più veder gli crede.